Storia della Sezione di Torino

Le origini

L’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare venne istituito in Roma l’8 agosto 1951 con il compito di coordinare l’attività scientifica del Centro di studio per la Fisica Nucleare di Roma, del Centro di studio degli joni veloci di Padova e del centro sperimentale e teorico di fisica nucleare di Torino. L’anno successivo, un decreto ordinativo stabilì che l’INFN era costituito da Sezioni: alle tre costituenti si aggiunse la Sezione di Milano ed il Laboratorio dei raggi cosmici della Testa Grigia o Breuil (Cervinia).

Gleb Wataghin (Torino), Gilberto Bernardini (Roma), Antonio Rostagni (Padova) e Pietro Caldirola (Milano) ed Edoardo Amaldi (Roma) riuscirono, finalmente, a realizzare il sogno di Enrico Fermi che, già negli anni anni eroici di via Panisperna, aveva capito che, per portare avanti con dignità gli studi di fisica nucleare e per essere competitivi a livello internazionale, occorreva un ente nazionale che coordinasse la costruzione di un grande acceleratore. La richiesta formale di Fermi a Mussolini nel 1937 venne respinta. Ci furono poi le famigerate leggi razziali, la conseguente fuga di Enrico Fermi e Bruno Rossi in America, la guerra.

Comincia la ricostruzione morale e fisica del paese. Anche la fisica e la ricerca di base, come il resto del paese, uscirono a pezzi dalla guerra. Erano anni in cui la FIAT era interessata anche alla ricerca di base ed all’uso pacifico dell’energia nucleare. Vittorio Valletta, amministratore delegato, conduceva l’azienda con il pugno di ferro e cercava di diversificarne gli interessi in nuovi e promettenti campi. La FIAT partecipò, con il CNR, alla costruzione del laboratorio per lo studio dei raggi cosmici della Testa Grigia di Cervinia, inaugurato l’11 gennaio 1948 e finanziò viaggi di ricercatori negli Stati Uniti aventi lo scopo di individuare una tipologia di acceleratore realizzabile in Italia.

Il laboratorio era stato costruito nel posto più alto d’Italia, raggiungibile tutto l’anno con una funivia, almeno in teoria; in pratica succedeva di rimanere isolati per intere settimane. La sua costruzione era stata promossa dal Centro Romano guidato da Gilberto Bernardini, diventato poi il primo presidente dell’INFN, con Claudio Longo (architetto), Ettore Pancini e con la collaborazione di Marcello Conversi ed Edoardo Amaldi. Il laboratorio era diventato un punto d’incontro dei fisici di varie sedi universitarie tra i quali si instaurarono quei forti legami personali, scientifici e di stima che hanno poi permesso la nascita dell’INFN.

Il gruppo di Torino composto da Gleb Wataghin, Carola Maria Garelli, Marcello Cini ed altri, vi svolgeva ricerche sugli sciami penetranti con la tecnica dei contatori Geiger-Muller (GM) in coincidenza. Queste ricerche sono continuate sino agli anni ’60 e qualche anziano tecnico o professore ancora ricorda la movimentazione dei panetti di piombo da 13 Kg ciascuno! Il laboratorio fu visitato dai partecipanti al 1° Congresso Internazionale di Fisica Cosmica tenutosi a Como nel 1949. Tra i partecipanti spiccavano Enrico Fermi e Bruno Pontecorvo.

Wataghin era riuscito, anche grazie al suo entusiasmo prorompente, a convincere Vittorio Valletta a far entrare la FIAT in un consorzio paritetico con CNR e Università per la costruzione del Sincrotrone di Torino da 100 MeV. Erano gli anni 1951 -1959. L’INFN, appena nato, era fortemente impegnato alla costruzione dell’elettrosincrotrone di Frascati da 1000 MeV. Partecipò solo marginalmente alla costruzione contribuendo all’acquisto dei condensatori di rifasamento che hanno permesso di elevare l’energia degli elettroni da 60 a 100 MeV. Solo la successiva fase di funzionamento della macchina e sperimentazione ha visto la piena partecipazione dell’ente con tecnici e strumentazione.

La FIAT si era occupata direttamente del progetto e costruzione dei locali situati nel cortile dell’istituto e delle infrastrutture. Questo ha permesso una rapida conclusione di questi lavori poiché la potenza industriale della FIAT del tempo stimolava le ditte appaltatrici a lavorare bene ed in fretta. Viceversa la macchina, progettata per la Brown-Boveri da Rolf Wideroe, H. Nabholz (svizzero) e L. Gonella (di Torino), era in forte ritardo. La macchina, originale e fortemente innovativa, aveva richiesto dei tempi di sviluppo superiori a quelli programmati. Nel 1956 la Brown-Boveri accettava la richiesta dei fisici torinesi di installare un betatrone da 31 MeV, che erano prodotti dalla ditta per scopi medicali, nel locali attrezzati nel frattempo per accogliere il sincrotrone. Grande parte della sperimentazione sulla risonanza gigante nucleare fu realizzata con il betatrone. Il sincrotrone arrivò finalmente nel 1959 con grande gioia e sollievo di tutti.

La Sezione di Torino oggi

La Sezione INFN di Torino è costituita ad oggi di 80 dipendenti a tempo indeterminato e 4 dipendenti a tempo determinato (di cui una metà circa di ricercatori e tecnologi), una quindicina tra borsisti e assegnisti e circa 300 associati all’INFN (personale universitario o afferente ad altri enti di ricerca). Alla Sezione di Torino afferisce il Gruppo Collegato di Alessandria, istituito nel 2000 presso l’Università del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”, un gruppo di ricercatori del Politecnico di Torino, ed un gruppo di ricercatori, tecnici e amministrativi dell’Istituto Nazionale di Astrofisica che sono distaccati presso la sezione. Per quanto concerne i dipendenti INFN, le donne costituiscono circa il 30% del personale.

Al personale di ricerca della sezione fanno da supporto, con attrezzatura e personale dedicati, i servizi di Elettronica, di Meccanica, di Calcolo ed il servizio di Direzione ed Amministrazione. Questi servizi, e le strutture da essi utilizzati, costituiscono il valore aggiunto fondamentale del nostro ente di ricerca, grazie al quale è possibile complementare il potenziale di ricerca del personale ricercatore e tecnologo con la capacità di progettazione e realizzazione della sofisticata attrezzatura necessaria per questo tipo di ricerca.

Parallelamente alle attività di ricerca, ampiamente descritte in questo sito, è importante sottolineare una vocazione molto caratterizzante della Sezione INFN di Torino, che riguarda la capacità di Trasferimento Tecnologico alle imprese. In particolare la sezione risulta prima in Italia per l’entità dei contratti di ricerca tecnologica realizzati con le imprese (nel settore della fisica medica e attrezzature di analisi) e per il numero di spin-off generati dalle proprie ricerche (ambiti fisica medica e beni culturali).